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tutto il mondo, scherma
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"Scherma Antica"
E' così definita la Scherma del periodo compreso tra il
XIV ed il XVI secolo di
cui si possa avere documenti sufficientemente verificabili e
sperimentati. Le armi principali sono: la spada da "Una
Mano e Mezza", o da due mani, e la "Spada
da Lato", tipica arma del Quattro-Cinquecento
Italiano, usata sola o con seconda arma, (boccoliere,
rotella, daga o cappa) a seconda dei sistemi documentati.
Poichè esiste ben poco materiale documentale sistematico
antecedente al XV secolo, non esistono sufficienti prove
storiche per parlare in maniera definita di "Scherma
Medioevale".
Per questo motivo si è scelta la definizione generale di
"Scherma Antica", che comprende anche tutto il Rinascimento,
assai ricco di documentazione. Il XVI secolo è definibile
anche come "medio periodo", poichè dimostra
con chiarezza l'esistenza di molti dei basilari degli stili
successivi, documentati nella seconda metà del 1500. E'
Scherma "Antica", poichè relativa alle origini della
Scherma, in particolare il metodo sviluppato in Germania e
le comuni origini della scuola Italiana e Spagnola.
"Scherma
Storica"
Così si definisce invece la Scherma del periodo successivo,
compreso tra il XVII ed il XVIII
secolo, di cui esiste molto materiale documentale ed una
tradizione effettiva ancora parzialmente viva a tutt'oggi.
Soprattutto nel XVII secolo si assiste ad una precisa
definizione dei maestri delle scuole Italiana
e Spagnola, e poi, agli inizi del '700,
alla nascita di quella Francese; per questo è il
periodo "Storico" della Scherma.
In FISAS questo periodo si esprime nella rigorosa codifica
tradizionale della spada detta "da Lato a Striscia"
o semplicemente "Striscia", sia nella sua
versione "a gabbia", che in quella "a tazza", o "alla
Spagnola", più recente, ed in tutte le sue forme
transizionali fino all'inizio dell'Ottocento, con la Spada
Rossarol-Scorza/Grisetti. La Striscia rimarrà comunque in
uso in Italia e Spagna fino al Novecento, sovrapponendosi
alle tre armi codificate nel periodo Classico.
"Scherma
Classica",
E' quella relativa al XIX secolo ed ai primissimi
decenni del '900, in cui si assiste ad una codifica
internazionale delle terminologie e delle armi, fino a poco
prima ancora legate a realtà nazionali o locali. In Italia,
tuttavia, rimane in uso per molto tempo l'ultima
"discendente" della Spada a "Striscia", alleggerita ed
accorciata.
E' in questa fase storica che si sviluppano le differenti
scuole Italiane del Sud e del Nord e la "Scuola Mista". Il
declino del periodo classico inizia con le prime edizioni
dei giochi Olimpici, alla fine del secolo, che
trasformeranno gradualmente l'arte della Scherma da Duello
in uno sport; la "Scherma da terreno" diventerà "Scherma
da pedana", basata su tutt'altra concezione ed
impostazione. Ancora fino agli anni '40 del ventesimo
secolo, con "Duello" si intendeva le scuole più portate al
lavoro sulla pratica del Terreno.
La Scherma Classica per FISAS prevede principalmente l'uso
della Sciabola secca, in particolare il tipo "Radaelli", per
duello da terreno, e le ultime forme della Striscia, detta
"Spada all'Italiana". Si praticano le scuole basilari
italiane e quella "mista".
Tutti i sistemi praticati sono caratterizzati da specifiche
peculiarità, valorizzate ed espresse in forma rigorosa,
senza creare forzature storiche o metodi "ibridi", ma
rispettando le notevoli specificità di ogni arma, stile,
epoca presa in considerazione, sempre nell'ottica della
preparazione al "Duello" (Scherma da terreno).
Per "Duello"
si intende l'attitudine a schermire secondo il principio del
"toccare senza essere toccato", come se si
utilizzassero armi vere, e non, in alcun modo, la
professione di un atto illegale.
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REGOLAMENTO PER LA PRATICA DELLA SCHERMA
ANTICA
in seno all'Accademia Nazionale di Scherma di
Napoli
e all'Associazione Italiana Maestri di
Scherma
Art. 1
La scherma antica è la ricerca storica, letteraria,
filologica e sperimentale sulle tecniche di combattimento
armato (arma bianca) e disarmato utilizzate in Europa dal
medioevo alla prima metà del '900, finalizzata alla
rievocazione teatrale o alla disciplina marziale. La didattica
e la pratica della scherma antica devono seguire il criterio
della maggior verosimiglianza in relazione alle tecniche
descritte nella trattatistica, senza improbabili commistioni
tra epoche diverse o arti marziali di diverse aree
geografiche.
Per scherma teatrale e spettacolistica si intende la
creazione di coreografie di combattimento preordinate, da
utilizzarsi in contesti teatrali e cinematografici, di
rievocazione storica e spettacolistica in
genere.
Per scherma marziale si intende l'applicazione pratica
delle tecniche schermistiche in situazioni di combattimento
reale, senza seguire schemi preordinati. Essa si basa sul
combattimento libero a colpo controllato con armi in acciaio e
sul combattimento a contatto pieno con protezioni e armi di
sicurezza (Scherma da Abbattimento o
Combat).
Art. 2
La direzione di qualunque attività connessa alla
scherma antica è demandata ad un tecnico qualificato in base a
regolare diploma rilasciato dall'Accademia Nazionale di
Scherma, il quale provvederà a nominare tra i suoi allievi più
anziani i suoi assistenti, che lo sostituiranno in caso di
inattività temporanea.
Art. 3
Le qualifiche tecniche per la Scherma antica sono tre:
Magistro Scholare, Magistro e Magistro
Re.
I programmi tecnici sui quali si baseranno gli esami
sono tre:
Scherma medievale
esame teorico pratico sulla scherma medievale, in
particolare sul maneggio della spada a due mani e sullo stile
di spada e scudo (boccoliere), sulla base dei seguenti testi:
Fiore de' Liberi - Flos Duellatorum (edizione a cura di
G. Rapisardi) - Gladiatoria -
1998
Manoscritto I-33 della Torre di Londra (solo le
illustrazioni) - c.a. 1300
Il Fior di Battaglia I-II (video didattici a cura di M.
Malipiero)
Scherma
rinascimentale
esame teorico pratico sulla scherma rinascimentale, dal
XVI alla prima metà del XVII secolo, in particolare sullo
stile di spada sola (e striscia), spada e brocchiere, rotella,
pugnale e cappa, sulla base dei seguenti
testi:
Achille Marozzo - Opera Nova dell'arte delle armi
(edizione a cura di G. Rapisardi) - Gladiatoria -
1999
Ridolfo Capoferro - Gran Simulacro dell'arte e dell'uso
della scherma - 1610
Scherma moderna
esame teorico pratico sulla scherma moderna di spada e
sciabola, sulla base dei seguenti
testi:
Rossaroll & Grisetti - La scienza della scherma -
1803
Masaniello Parise - Trattato teorico-pratico della
scherma di spada e sciabola -
1884
Masaniello Parise - Scherma da terreno - 1904
Magistro Scholare
Requisiti:
a)presentazione sottoscritta da un Magistro o da un
Magistro Re
b) richiesta scritta di ammissione all'esame, nella
quale devono essere dichiarati tutti i dati anagrafici (nome,
data e luogo di nascita, residenza, stato civile) e il titolo
di studio conseguito
c) certificato del casellario giudiziale presso la
Procura della Repubblica competente per
territorio
d) versamento di £ 200.000 per tassa d'esame
Prerogative: possibilità di gestire un'Associazione di
Rievocazione Storica
Esame: uno dei programmi a scelta; fondamenti di
scherma spettacolistica e una coreografia di combattimento
commentata, relativa al programma
scelto.
Magistro
Requisiti:
a) presentazione sottoscritta da un Magistro Re
b) richiesta scritta di ammissione all'esame, nella
quale devono essere dichiarati tutti i dati anagrafici (nome,
data e luogo di nascita, residenza, stato civile) e il titolo
di studio conseguito
c) certificato del casellario giudiziale presso la
Procura della Repubblica competente per territorio
d) diploma di Magistro Scolare
e) versamento di £ 400.000 per tassa d'esame
Prerogative:
possibilità di gestire un'Associazione di Rievocazione
Storica o una Sala d'Armi
Esame:
iterazione del programma scelto per l'esame di Magistro
Scholare; uno dei due programmi rimanenti con relativa
coreografia di combattimento: qualora fosse già stato
sostenuto l'esame da Magistro Scholare su due programmi
l'esame verterà sul terzo e qualora fosse già stato sostenuto
su tutti e tre i programmi su uno di essi a scelta del
candidato.
Magistro Re
Requisiti:
a) richiesta scritta di ammissione all'esame, nella
quale devono essere dichiarati tutti i dati anagrafici (nome,
data e luogo di nascita, residenza, stato civile) e il titolo
di studio conseguito (almeno il diploma di scuola media
superiore)
b) certificato del casellario giudiziale presso la
Procura della Repubblica competente per territorio
c) diploma di Magistro e di Istruttore Regionale FIS (o
di Istruttore Nazionale o di Maestro di Scherma)
d) versamento di £ 600.000 per tassa d'esame
Prerogative:
possibilità di gestire un'Associazione di Rievocazione
Storica o una Sala d'Armi, poter essere membro della
Commissione esaminatrice per la Scherma
Antica.
Esame:
tutti i tre programmi e una tesi su un trattato a
scelta (la tesi, corredata di copia anastatica del trattato in
oggetto, dovrà essere depositata presso l'Accademia 20 gg.
prima della data dell'esame).
Sarà richiesta negli esami di ogni grado la conoscenza
delle norme di sicurezza per la pratica della scherma antica
oltre a una cultura storica di base e alla conoscenza delle
regole fondamentali della scherma sportiva a norme
FIE.
Art. 4
L'esame relativo ad ogni grado è ripetibile solo una
volta in caso di esito negativo. L'esame di passaggio ad un
grado successivo potrà essere sostenuto solo dopo un anno
solare dalla data dell'esame sostenuto con esito positivo (due
anni per candidarsi all'esame di Magistro Re), nella sessione
immediatamente successiva, eccezion fatta per le iterazioni
del grado di Magistro Scholare, relative ai vari programmi,
che potranno essere sostenute nella sessione immediatamente
successiva.
Art. 5
La Commissione esaminatrice per la Scherma Antica sarà
composta da due a quattro Magistri Re, dal Presidente
dell’Accademia o da un suo rappresentante, dal presidente
dell’AIMS o da un suo rappresentante; la Commissione sarà
presieduta da uno dei Magistri Re eletto a maggioranza
semplice dalla Commissione stessa; il giudizio della prova
avverrà immediatamente dopo l'esame con un parere favorevole o
contrario di ciascun membro della Commissione: in caso di
giudizio dubbio prevarrà il parere del Presidente.
In base ai relativi diplomi conseguiti, i tecnici di
scherma antica saranno iscritti in un'apposita lista tecnica.
Art. 6
Le associazioni nelle quali si pratica la scherma
antica sono di due categorie:
a) Associazione di Rievocazione Storica (A.R.S.)
b) Sala d'Armi
Ogni associazione dovrà essere rappresentata da un
tecnico qualificato e iscritto alla lista tecnica; in base
alla qualifica del suddetto tecnico essa sarà considerata
dell'una o dell'altra categoria.
La qualifica di Associazione di Rievocazione Storica è
subordinata alla presenza di un tecnico qualificato in
possesso almeno del titolo di Magistro Scholare; l'A.R.S.
potrà occuparsi solo ed esclusivamente di scherma teatrale e
spettacolistica riguardante l'epoca oggetto dell'esame
sostenuto dal tecnico; l'esame di Magistro Scholare può essere
ripetuto anche limitatamente ai programmi non ancora
presentati dal candidato. E' fatto divieto ai tecnici e ai
praticanti delle A.R.S. di combattere in qualunque contesto
utilizzando tecniche libere e senza seguire sequenze
preventivamente concordate.
La qualifica di Sala d'Armi è subordinata alla presenza
di un tecnico qualificato in possesso almeno del titolo di
Magistro; la Sala d'Armi potrà occuparsi di ogni aspetto della
scherma antica. La conversione della qualifica da A.R.S. a
Sala d'Armi sarà automatica qualora per qualsivoglia motivo il
tecnico preposto disponesse del titolo di
Magistro.
Art. 7
Le associazioni dovranno presentare annualmente domanda
di iscrizione nel registro delle A.R.S. e delle Sale d'Armi
presso l'AIMS e l'Accademia di Napoli, specificando dati
anagrafici e qualifica del tecnico preposto, oltre allo
statuto e ai dati anagrafici dei componenti l'associazione.
L'iscrizione comporta l'automatica sottoscrizione di una
polizza assicurativa per infortuni, limitatamente ai
praticanti, e di responsabilità civile verso terzi,
subordinata nell'efficacia al rispetto delle norme del
presente regolamento. Con l'iscrizione ogni associazione potrà
poi contare su:
a) accesso gratuito alla biblioteca di scherma antica
b) sconti particolari su attrezzature acquistate presso
rivenditori convenzionati
c) partecipazione al circuito agonistico di Scherma da
Abbattimento (Combat) (solo per le Sale d'Armi)
d) partecipazione al circuito agonistico di Scherma
Teatrale
e) il titolo riconosciuto dall'Accademia e dall'AIMS e
la possibilità di utilizzarne il relativo marchio
Art. 8
E' fatto obbligo l'utilizzo nella scherma marziale
delle seguenti attrezzature
a) maschera da scherma con protezione alla nuca
(obbligatoria nella combat) o occhiali protettivi (per gli
allenamenti alle coreografie e il combattimento a colpo
controllato)
b) guanti di pelle per entrambe le mani
c) casacche a maniche lunghe e collo alto
(possibilmente la giacca della divisa FIE) e pantaloni o calze
spesse lunghi almeno fino alla caviglia
d) conchiglia per i tiratori maschi e paraseno per le
tiratrici femmine
Nella Combat, solo in riferimento ad alcuni stili si
aggiungono
e) corpetto protettivo in materiale semirigido
f) gorgiera rigida
La pratica della scherma antica dev'essere svolta nei
locali preposti dalle associazioni a tale esercizio o,
eccezionalmente, in altri luoghi stabiliti in via esclusiva
dal tecnico, sempre in sua presenza o di quella di un suo
assistente. Coloro i quali dovessero praticare la scherma
antica al di fuori di queste circostanze o senza specifica
autorizzazione del tecnico preposto lo faranno a loro rischio
e pericolo e si assumeranno ogni responsabilità per eventuali
incidenti, perdendo automaticamente valore la copertura
assicurativa obbligatoria per ogni Associazione di
Rievocazione Storica o Sala d'Armi.
Nella Sala d'armi o comunque durante gli allenamenti è
fatto divieto tassativo di combattere senza l'autorizzazione e
la supervisione del tecnico o di un suo assistente. A
discrezione e motivandolo verbalmente all'interessato, il
tecnico può allontanare qualunque praticante dalla
sala.
E' fatto divieto tassativo di combattere con armi
affilate o aguzze; nel combattimento a contatto pieno dovranno
essere usate solo ed esclusivamente le armi di sicurezza
previste per tale esercizio (Regolamento
Combat).
E' vietato far combattere o comunque far maneggiare a
eventuali ospiti della Sala armi o attrezzature senza
l'autorizzazione del tecnico o di un suo
assistente.
Art. 9
La violazione delle norme di comportamento e di
sicurezza ex art. 8, o comunque qualunque coinvolgimento in
situazioni di violenza anche senza conseguenze penali
(provocazioni a "duello", risse etc.), comporta la
cancellazione dalle liste tecniche, qualora il tecnico fosse
in prima persona coinvolto, per dolo o colpa grave, nella
violazione stessa e in ogni caso la perdita della copertura
assicurativa limitatamente agli eventuali incidenti
conseguenti.
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Scherma: uno sport tra gioia e lacrime
Di sport io ne ho provati
tanti, dalla ginnastica artistica al tennis, dal nuoto
allo sci ecc, ma nessuno di questi mi ha soddisfatta
quanto la scherma, nemmeno a livello agonistico.
Non ci sono parole per
esprimere la moltitudine di sensazioni che questo sport
scatena: non avevo mai provato durante una gara una tale
tensione.
Negli spogliatoi si scrutano
criticamente tutti i possibili sfidanti, come per poterne
intuire le debolezze solo attraverso un'occhiata, oppure
ci si guarda nervosamente intorno alla ricerca di qualche
amico fattosi in una gara precedente.
Finalmente inizia
l'incontro.
Un minuto, quindici, un'
ora...non crea differenza,la scherma ti fa vivere emozioni
intensissime attimo per attimo, basta un errore, una
piccola distrazione, un movimento sbagliato, per regalare
un punto all'avversario.
E' in quel momento, quando
la prima stoccata va a segno e ti rendi conto dello
sbaglio che hai commesso o realizzi il punto debole del
"nemico", che inizia il vero scontro.
Allora siete solo tu, tu e
il tuo avversario, faccia a faccia,nessun altro, nessuna
distrazione, tutto dipende da te e nessuno può aiutarti,
solo tu e il tuo avversario.
E' il punto decisivo,
l'ultimo punto, quello con cui potresti aggiudicarti la
vittoria; vedi l'allenatore che fa dei gesti con le mani
per indicarti le mosse, allora cerchi di imitare quei
movimenti fino a che la stoccata non va a segno...allora
non c'è il tempo per pensare, non te ne rendi conto che
tutta l'ansia, tutta la tensione accumulatasi durante
l'incontro, esplodono in un involontario urlo liberatorio,
poi magari, a distanza di un pò, te ne vergogni anche!!
Quando perdi invece, ti
senti come se il mondo ti crollasse addosso; hai
l'impressione di aver sbagliato tutto e di non esserti
impegnato abbastanza, vorresti poter tornare indietro, ma
sai che non è possibile, così esplodi in un pianto
sconsolato.
La scherma è tutto:
preparazione, fisico, agilità, riflessi, calma,
concentrazione... La scherma è corpo, mente e cuore.
Quale altro sport può dare
tutto questo?
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I 3
Moschettieri
Questa è l'opera
più nota di Dumas: romanziere, giornalista, rivoluzionario,
una figura interessante e contadditoria della letteratura
francese.
La pubblicazione risale al 1844 e nonostante siano passati
più di 150 anni continua ad appassionare grandi e piccini,
generazione dopo generazione.
Il romanzo è ambientato nella Francia della prima metà del
XVII secolo, negli anni di Luigi XIII, del cardinale
Richeliau e dei mitici moschettieri Athos, Porthos, Aramis e
dell'aspirante D'Artagnan.
La storia del romanzo nara il primo giorno a Parigi di D'Artagnan
che per futili motivazioni sfida a duello per mezzogiorno
Athos, all'una Porthos e alle due Aramis.
Schede
dei personaggi
ATHOS
Il suo vero nome, prima di diventare moschettiere, era Conte
delle Fere, un nobile di campagna, molto apprezzato e
stimato dalla gente della sua regione.
La sua storia è singolare:
si innamorò e sposò, contro il volere della sua famiglia,
una giovane donna arrivata in paese con suo fratello
sacerdote (il cardinale Richelier).
Un giorno scoprì che sulla spalla della sua amata era
tatuato il marchio del giglio, simbolo che veniva imposto a
prostitute e ladre.
Questo mandò su tutte le furie il Conte che decise di fare
giustiziare la moglie e, dopo essersi finto morto, divenne
uno dei moschettieri del Re.
PORTHOS
La vita da soldato, i duelli, le bevute, gli scontri con gli
eretici e la grandi abbuffate tra amici sono le sue grandi
passioni alle quali non rinuncerebbe mai.
Di carattere un pò sbruffone, amante del vestirsi in maniera
elegante e estrosa, soprattutto ottimo spadaccino,
nonostante la sua massa corporea.
ARAMIS Moschettiere non per vocazione: le sue aspirazioni
sono prendere i voti e dedicarsi a tempo pieno ai suoi
studi.
Dai modi fini ed eleganti, religioso e colto, ama
fraseggiare in latino.
Grande nemico del cardinale Richelier che, tramite le sue
pressioni sul Re Luigi XII, aveva fatto asiliare la sua
amata.
D'ARTAGNAN
Giovane ragazzo avventuriero, astuto e brillante, incoscente
e sapiente.
Si innamorò della persona sbagliata: l'ex moglie di Athos,
il quale pensava fosse stata giustiziata.
Quando la donna, Miledy deWinter, si accorse di essere stata
riconoscita da D'Artagnan, fece di tutto per eliminarlo in
modo da non essere smascherata.
IL
CARDINALE RICHELIER
La sua persona è in grado di influenzare pesantemente le
decisioni del Re Luigi XIII.
Questo aspetto della sua personalità è riconosciuto in tutta
la Francia tanto che il popolo reputi il Re come il
Burattino del cardinale.
La sua figura clericale è molto improntata anche verso un
impostazione militare, del quale eredita comportamenti e
modi di vestire.
LUIGI
XIII
Un Re perennemente annoiato, alla ricerca di un
qualcosa che movimenti le sue giornate.
E' consapevole di essere totalmente plagiato dal cardinale
Richelier infatti lo odia ma, con tutta la sua forza di
volontà, non riesce a sottrarsi al suo sporco gioco.
Curiosità
In questa sezione vengono presentate le frasi pià
ricorrenti di questi personaggi di questo romanzo.
ATHOS
"... fareste bene a non fidarvi, mio buon amico
..." di solito rivolta verso D'Artagnan
PORTHOS
"... perbacco! Soltanto la mia spada ne val dieci di voi!
..."
ARAMIS
"... d'altronde, amico mio, sapete bene che sono nei
moschettieri solo temporaneamente e che presto prenderò i
voti ..."
D'ARTAGNAN
"... olà signori, pensate forse che potrei rinunciare a
quest'ennesima avventura con voi? ..."
IL
CARDINALE RICHELIER
"... eccezionale, davvero eccezionale! Quegli
uomini devono essere miei! ..." riferendosi ai quattro
moschettieri, del quale ammira molto le capacità
RE
LUIGI XIII
"... venite monsieur, anoiamoci assieme ..." con lo sguardo
perso nel vuoto
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METTERE LA MASCHERA
"Al tramonto, i giovani voladores
Totonachi del Messico salgono sulla cima di un palo alto
trenta metri e allacciandosi alla vita una corda, passante
attraverso le dita dei piedi, si lanciano a testa in giù a
braccia aperte, descrivendo un'ampia spirale di tredici
giri."
Van Gennep -I riti di passaggio-
Boringhieri 1991
Tentare di comprendere la natura delle cose e relazionarsi
con le stesse, siano queste l'ambiente naturale, un animale,
un nostro simile o lo spazio siderale è la grande avventura
che tutti viviamo costantemente. Il bisogno di comprendere è
insito nella natura umana; il desiderio di capire e
interagire è uno dei possibili motori profondi che spingono
o meglio veicolano le persone verso la pratica delle Arti
Marziali. La motivazione necessaria a compiere un certo
comportamento ad iniziare un percorso ignoto, ma agognato
come nel caso delle Arti Marziali, è spesso una sensazione
viscerale profonda, sensazione che solo in seconda battuta
può essere supportata da un ragionamento razionale ed
intellettuale. Per questo le argomentazioni che sembrano
banali considerazioni o giustificazioni del perché si
praticano discipline marziali, ( per imparare a difendersi,
per crescere, per trovare equilibrio, per stare in forma,
ecc...) sono in realtà il tentativo di spiegare
razionalmente e in maniera semplice, una necessità ben più
profonda, un desiderio di comprensione che identifica e
spesso trova nella pratica un possibile canale espressivo e
di ricerca dell'essere.
L'ODORE DEI COLPI
"Tutti veniamo al mondo senza niente.
Tutto quanto acquisiamo dopo, è un guadagno."
SAM EWING
"Il profumo dell'erba è più forte e pungente la mattina
presto. Dal posto in cui ci trovavamo, immersi nel verde
delle colline che circondano Solferino, potevamo scorgere le
distese di prati, siepi e boschetti tutto intorno. Il
paesaggio avvolto nella sottile nebbiolina di settembre era
la cornice ideale al nostro appuntamento d'armi; all'alba,
quando ancora il silenzio era scandito in lontananza solo
dai galli e dall'abbaiare dei cani, il Circolo della Tavola
aveva chiamato la Confraternita degli Istruttori a tirare in
assalto di scherma di bastone . Dopo due ore e dopo aver
sostenuto diversi assalti, tutti insieme ci sedemmo
finalmente a tavola per ritemprarci con la meritata
colazione; sebbene ci fosse ancora davanti un'intera
giornata di allenamento e malgrado la fatica accumulata gli
schermidori erano entusiasti e pronti a dar battaglia."
Vari autori come ad esempio R. Callois sollevano ipotesi e
studi riguardo a giochi o rituali in cui per le esperienze
di ebbrezza, vertigine, ardimento, fanno parte da sempre del
"loisir" evasivo di ogni società, dei suoi riti, delle sue
prove iniziatiche. Callois si rifà a J. Huizinga che scrive
di questi giochi definendoli più propriamente riti, che come
tali rappresentano, in senso prettamente teatrale del
termine, l'uscita temporanea dalla percezione corporea
abituale per avvicinarsi a stati di coscienza diversi da
quelli normalmente sperimentati. Huizinga suddivide questi
giochi in quattro categorie: quelli agonistici "agon",
d'azzardo "alea", della maschera "mimicry" e della vertigine
"ilynk". Possiamo vedere nella pratica ricreativa
dell'assalto un gioco che racchiude le quattro esperienze :
vi è l'agon del confronto della relazione, l'azzardo alea
dell'azione e che nella scherma è prudenza e audacia
insieme, il mettere una maschera mimicry protezione e
trasfigurazione dell'agente e dell'agire, la vertigine
dell'imprevisto e la ricerca di un equilibrio nell'azione
dell' ilynk. Questi ultimi stati ( mimicry e ilynk ) secondo
i già citati studiosi provocano un'ebbrezza voluttuosa che
dà vita ad una diversa esperienza di sé, condizione
sperimentata concretamente da quanti si trovano a tirare e
schermire confrontandosi nell'assalto. I sensi, la
percezione, la fisiologia, si alterano, lo stare sul campo
con il corpo e con la mente pronti insieme è fonte di
tensione, una tensione benigna che libera e canalizza
energie e potenzialità; in questo vivere l'evento del
confronto anche il segno di bastone che sfrega sibilante
sulla rete della maschera, viene percepito nella sua
totalità. Per alcuni può sembrare pericoloso cambiare le
cose legate allo stato d'animo e alla percezione di se e
dell'evento. Il pericolo, il tranello può invece essere
all'opposto, quando per cambiare si ricorre all'esterno
all'innaturale; l'uso di droghe ( escludiamo ovviamente i
percorsi iniziatici delle culture antiche ) è un esempio
estremo di un rifugio ricercato, costruito e pericoloso di
chi decide di delegare e subire "qualcosa" che lo aiuti a
relazionarsi con l'esterno. In quest'ultimo caso
l'esperienza, quello che succede non da la possibilità
all'uomo di utilizzarne i contenuti e di realizzare un
percorso di crescita; da un'esperienza di questo tipo non
può risultare che un beneficio illusorio temporaneo e
disperato nel momento in cui riprende il contatto con il
fuori condiviso. Così l'assalto, è senza dubbio un rito
oltre che una pratica esecutiva; per chi ricerca e pratica
nella NOVA SCRIMIA calare la maschera sul viso rappresenta
l'inizio del gioco, il segnale che si è pronti, l'avvio di
un nuovo rapporto con il tempo, con lo spazio e con
l'avverso .
CON LA MASCHERA
"...data la grande praticità della nostra
scuola di Scherma, il cui studio s'informa a tutto ciò che è
reale..."
Parise Masaniello SCHERMA da TERRENO 1904
Agire in un assalto e farlo secondo le regole della scherma
che vogliono si colpisca senza essere colpiti, richiede
oltre alla scienza d'armi, la contemporanea presenza di due
elementi contrapposti, la prudenza e l'audacia. Così nella
pratica sul terreno si tratti di scherma di bastone, di
spada e daga o di scherma corta, ben si comprendono le
parole di un Maestro italiano Parise Masaniello "L'Arte vera
è quella di colpire senza essere colpiti; ciò forma lo
studio della Scherma e deve aver di mira chiunque affronti
un avversario con l'arme in pugno" Nella vestizione la
maschera è l'ultima parte protettiva ad essere indossata,
sorta di distacco dal mondo consueto e dalle consuetudini
dell'esercizio accademico. Sebbene la maschera sia indossata
anche nella pratica normale di sala, indossarla nell'assalto
acquista un valore che è protettivo nella pratica e
simbolico rituale nei contenuti. Mettere la maschera è un
valore; permettere a se stessi di conoscere e conoscersi nel
mezzo di un confronto, è portare in superficie le paure, le
potenzialità e percepire nelle stesse la natura dell'energia
che ci fa muovere. E' trovarsi nell'agire in tempo e a modo.
Indossare una maschera è semplice; accettare la natura dello
spazio/tempo e misurarsi con l'avverso è difficile se si è
costruito intorno a se un mondo di convenzioni, in cui il
Maestro, l'Istruttore è intoccabile; in questo limbo
virtuale l'allievo resta perennemente avvinto all'aura del
Maestro supremo, intoccabile, inavvicinabile, non per
scienza ma per casta . Questo non è il mondo marziale della
scuola italiana che vuole l'assalto come regolatore della
natura dell'agire e lascia gli schermidori liberi di
confrontarsi, Maestro contro allievo, inesperto contro
esperto, novizio contro cadetto. Così l'Arte cresce con i
suoi figli, così l'allievo può finalmente superare il
Maestro come è giusto che sia se l'Arte deve rispondere
sinceramente al suo stesso esistere. Tolta la maschera
l'allievo, il cadetto, il Maestro tornano ad imparare a
studiare e ad insegnar l'Arte degli avi.
DIETRO LA MASCHERA
di Messer Enrico Lorenzi Istruttore
Novizio e Ricercatore NOVA SCRIMIA Laureando in Psicologia
Università di Padova
"Navigare necesse est"
Dopo aver indossato la maschera sono molte le cose del mondo
a cambiare e molte sono anche quelle che riguardano te
stesso, ma per essere più precisi se il mondo cambia è
perché siamo noi ad aver modificato la nostra esperienza di
esso. Cominciamo dal canale visivo, per eccellenza il nostro
primo informatore, la nostra rete di raccolta dati
privilegiata. La griglia della maschera ci protegge, ma si
frappone anche tra i segnali in entrata e la nostra retina,
ciò che entra dovrà essere scremato dal nostro sistema
visivo dall'impurità costituite dall'intreccio delle maglie,
quello che resta può servire per capire cosa succede.
Facciamo un passo indietro: la realtà non esiste! Facciamone
un altro: sono le nostre ipotesi o anticipazioni formulate
nello spazio di lavoro (potremmo rappresentarlo come la ram
del pc) a consentirci di vedere o no cos'è presente
nell'ambiente; in altre parole si tratta di un ciclo
continuo di anticipazioni, elaborazione dei dati in entrata,
confronto con ciò che è conservato in memoria, nuove
anticipazioni, riconoscimenti e via di seguito. Un processo
continuo e inarrestabile. Di tutti gli stimoli che
colpiscono i nostri sistemi sensoriali, viene trattenuto
solo una piccola parte di informazioni veramente utili.
Com'è fa il cervello a capire cos'è utile o no? Dipende
molto dalle anticipazioni che guidano il nostro agire, dalle
ipotesi che ci muovono, dalle conoscenze contenute in
memoria (magazzini) dalla somma delle esperienze precedenti.
Non è sempre vero che ciò che riteniamo dalla massa di dati
in entrata serva veramente (è così che si viene colpiti), ad
esempio succede quando le nostre anticipazioni sono grezze,
generiche, inesperte, poco competenti, vale a dire quando
utilizziamo dati solo in parte utili. L'esperienza della
maschera consente di formulare anticipazioni più precise,
ipotesi più accurate al fine di aumentare la nostra
efficacia; per l'efficienza occorrerà stracciare molti
bastoni. Perché indossare la maschera? La prima risposta che
dovete dare a voi stessi è : non devo farmi maciullare la
faccia solo perché penso di essere un duro, la seconda è
siccome un duro lo sono, mi faccio frollare altre parti del
corpo perché con la maschera posso comunque combattere al
livello più alto possibile e andare dalla ragazza la stessa
sera. Anche se sembrano divertenti queste due considerazioni
sono la chiave per capire e affrontare in modo "produttivo"
l'assalto, l'esercizio e la ragazza. Naturalmente la verità
vera o la vera verità rimane il terreno ( oggi si usa dire
la strada), ma non esiste un modo alternativo per ottenere
esattamente quel tipo di esperienza, quindi per essere
onesti la maschera è ancora un surrogato, il migliore però.
Azzarderei una metafora : pensate alla maschera come allo
schermo della tv mentre trasmettono un film d'azione, chi
sta dietro lo schermo conosce la realtà del film, la scena,
la troupe, i cavi, il trucco, le macchine, gli inganni, lo
stress, la fatica. Chi guarda il film vede belle azioni,
prova emozioni, pensa: se fossi io…, io farei... Ma fare
l'attore è un'altra cosa che ha strascichi anche dopo il
lavoro, giornalisti, cene, gossip. Chi mette la maschera si
strascica a causa dei lividi, stanchezza, dolori, ma anche
euforia della bella azione e molto altro; per chi guarda la
tv alla fine non resta che cambiare canale o fare due
commenti. Cos'altro si prova con addosso la maschera: un
caldo equatoriale il consiglio è di indossare una bandana o
un sottocasco da moto in cotone. Calare una maschera sul
viso produce una certezza: il viso è protetto e comunque
vada, salvo da ingiurie, una sensazione che aiuta molto a
concentrarsi sulle azioni, ma che non deve mai diventare un
sentimento di invulnerabilità pena l'ulteriore
allontanamento dalla realtà, poiché basta provare un
esercizio in cui la parte colpita diventa inutilizzabile per
vedere come il nostro corpo non sia poi così facile da
muovere quando non è integro. Personalmente la prima volta
che ho indossato maschera e protezioni ero molto euforico,
insomma rispetto a combattimenti tipo calci e pugni già
praticati in altre discipline mi sentivo più difeso.
L'euforia, Diego lo schermidore mio avversario, me l'ha
eliminata dopo 15 secondi; alla fine del primo tempo tremavo
letteralmente dal nervosismo, non ero in grado di opporre
nessun tipo di difesa utile, ne tanto meno attacchi
produttivi. In preda al puro sentimento di inefficacia e
impotenza, ero nella situazione che mi spingeva verso
l'animale che sta in ognuno di noi. Adesso potrei dirvi che
durante il break ho avuto l'illuminazione e dopo aver
ritrovato il controllo ho combattuto decorosamente e con dei
risultati. Bugia, ero solo incazzato e le ho prese di santa
ragione per altri 4 minuti, per farla breve alla fine ero
stato frollato. La maschera aveva avuto lo "strano" effetto
di soffocare Enrico sapiens e di mostrare solo quello sauro,
dopotutto avevo una maschera e come a carnevale per un
giorno si diventa un altro. Molti altri assalti sono seguiti
a questo, diverse procedure si sono ricollocate, così come è
cambiata la consapevolezza nel "mettere la maschera". Ciò
che si percepisce chiaramente e che può essere fatto durante
gli assalti è soprattutto un esercizio di resistenza alla
componente rettiliana che c'è in ognuno di noi, per mostrare
al nostro avversario che anche con la maschera c'è Enrico,
Marco, …, in modo da non offendere la sua dignità di
schermidore. Attenzione però : ottenuto questo risultato
l'esercizio cambia poiché dovremo aiutare il rettile a
uscire per addestrarlo a combattere insieme al sapiens. Solo
se riusciamo ad allearci con lui allora il potenziale di
combattimento salirà verso livelli inaspettati. Si dice ero
cieco dalla rabbia: bene l'esercizio corretto deve dare la
vista del sapiens alla rabbia cieca del rettile. Perché
quest'alleanza? Perché il rettile è potente, cattivo, non
giudica, ma si esprime solo attraverso condotte che mirano
ad ottenere risultati senza mediazioni, in pratica agisce
per salvare la vita, i cuccioli, il cibo, la "donna". Perché
la maschera favorisce questa alleanza ? Perché con la testa
protetta i colpi avversi non compromettono mai la nostra
esistenza, perché con la testa protetta significa che siamo
in sala e quindi non è necessario un intervento difensivo
così radicale da eliminare l'avversario, il rettile quindi
emerge solo a tratti, per alcuni momenti, l'esperienza della
maschera favorirà il contatto e noi dovremmo essere pronti a
coglierlo e cercare il più possibile la sua alleanza.
Dobbiamo imparare ad addestrarlo. La maschera indossata può
fare molto per noi schermidori e praticanti di cose
marziali.
TOGLIERE LA MASCHERA
"La preparazione per la danza di primavera, è
molto laboriosa, continui digiuni, meditazioni, ancora
digiuni, solo i giovani definibili oggi come maggiorenni
possono prepararsi a imitare la caccia al bisonte. Con
l'arrivo delle mandrie dovranno provvedere realmente alle
necessità della famiglia, ciò potrebbe significare perdere
la vita durante la caccia, ma fino a quel momento è la danza
che conta e ciò che simboleggia."
Van Gennep-I riti di passaggio-Boringhieri 1991
La maschera è un mezzo, un simbolo, un tramite.
Protezione e riparo ha nella possibilità di essere indossata
e tolta quella natura legata al momento che la rende
strumento di transizione.
Nessuno può tenere sempre una maschera indossata, sia che si
tratti di una maschera da scherma, da teatro o un'immagine
di facciata.
La maschera va tolta quando l'assalto finisce; si saluta e
si ringrazia l'avversario, si riprende il contatto con ciò
che ci circonda, consapevoli che la maschera qualcosa ci ha
lasciato e che qualcosa ancora ci darà quando torneremo a
calarla sul viso.
Messer Graziano Galvani del Circolo della Tavola
"Il senso delle cose non si trova per caso, come la risposta
a un indovinello o il premio in una caccia al tesoro. Il
senso delle cose è qualcosa che costruite dentro alla vostra
vita, utilizzando come materiale il vostro passato, i vostri
affetti e le vostre fedeltà, il vostro talento e la vostra
capacità di capire i valori per i quali siete disposti a
sacrificare qualcosa. Voi siete i soli che possano far
confluire tutti questi ingredienti nel percorso unico che
sarà la vostra vita. Fate che questo percorso abbia dignità
e senso per voi."
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