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Come difendersi da un'aggressione a scopo di rapina.
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 Macchè orientali o americani: gli ideali che stanno alla base della fondazione
 della nostra academy sono tutti italianissimi. Dopo aver assistito all'ennesima
 rissa con ferito da coltello in discoteca a Brescia ho capito che la sola e pura
 pratica delle classiche arti marziali maggiormente diffuse oggi, non ti
 permettono di difenderti adeguatamente da un aggressione a mano armata (es.Coltello).
                        
LEGGI I DATI UFFICIALI SULLE AGGRESSIONI

Ecco alcuni dati riguardanti l'ordine pubblico
di una città campione come Milano
( di Casa Giuseppe )


Rapine al cittadino:
l'85% sono effettuate con armi da taglio, il 10% con armi da fuoco, il 5% a mani nude.
Risse nei locali:
 il 95% con armi casuali improprie, il 5% con armi da taglio.

Lite con violenza su cose o persone:
70% a mani nude, 25% con armi improprie, 5% con armi da taglio.
Rapine in farmacia: 30% con armi da fuoco, 70% armi da taglio o siringa.
Rapine varie: 60% con armi da fuoco,
40% con armi da taglio.


Le percentuali corrispondenti alle armi da fuoco comprendono anche le repliche e le scacciacani. Dalla statistica sopraesposta risulta che l'arma da taglio, l'arma impropria (chiave inglese, mazza da baseball, martello, ecc.), l'arma casuale (sedie,bottiglie, posaceneri, ecc.) e addirittura le mani nude, sono il mezzo con cui vengono effettuate gran parte delle rapine e aggressioni, una violenta realtà con cui ogni cittadino assorto nei suoi pensieri può improvvisamente confrontarsi. Esperienza questa che potrebbe segnare una svolta nella propria vita se non addirittura essere l'ultima. Il coltello, le armi affini e le armi improprie, sono dunque di estrema attualità e trovano la vittima spesso impreparata e incapace di sopravvivere ad uno scontro. Purtroppo le statistiche mostrano che anche coloro che hanno seguito corsi di difesa personale o praticato arti marzìali in palestra si sono trovati spesso a soccombere dì fronte ad un aggressore che sa usare la sua arma, in modo particolare le armi da taglio. Molti dei lettori e componenti delle Forze dell'Ordine si staranno confortando, forse, al pensiero della propria arma da fuoco con cui difendersi in caso di disperato bisogno, purtroppo basterebbe dare un'occhiata alla videocassetta «Surviving Edged Weapons» prodotta dalla Calibre Press ed utilizzata dalla Polizia americana per rendersi conto di quanto illusoria possa essere questa sicurezza. Il video in questione ricostruisce aggressioni realmente accadute a poliziotti, che non facevano in tempo ad estrarre l'arma che già subivano il contatto della lama del coltello. Impressionante è inoltre la ricostruzione di uno scontro tra persona armata di coltello e il poliziotto. Il tutore dell'ordine doveva estrarre la pistola, puntare ed eventualmente sparare all'aggressore armato di coltello. La prova ha dimostrato che l'accoltellatore esperto è in grado di coprire con estrema sicurezza una distanza di parecchi metri prima che la vittima abbia il tempo di reagire efficacemente. Per non parlare poi delle imboscate in cui il coltello o un'arma appuntita compaiono nelle mani dell'attaccante all'ultimo istante impedendo alla vittima di rendersi conto di quanto stia succedendo. Se le arti marzìali conosciute non sono un'efficace risposta
e addirittura l'arma da fuoco non fornisce sempre un valido deterrente,
che cosa fare allora in caso di attacco da parte di simili criminali?

Una possibile risposta viene dai maestri d'armi delle isole filippine praticanti
di un'antichissima disciplina chiamata Kali.
Quando a costoro è stato chiesto come mai «cinture nere» di dìverse arti marziali sono rimasti accoltellate per le strade, la risposta, a loro parere ovvia, può essere così sintetizzata: «hanno cercato di difendersi da un'arma che non conoscevano, di cui non si sono mai posti il problema di imparare ad usarla». Secondo i principi di base del Kali, non ci si può difendere efficacemente da un'arma che non sì sa usare, né tantomeno possono valere una serie di attacchi e contrattacchì portati staticamente in palestra, poiché il coltello, il pugnale o il bastone, nelle mani di un'esperto, sono armi sorprendenti ed estremamente dinamiche. Solo se si conoscono le possibilità e la mentalità di chi arriva ad aggredire gli altri si può essere in grado di elaborare una strategia sufficientemente valida per la propria difesa. La maggior parte di questo corso di autodifesa attinge all'inesauribile fonte del Kali filippino per cui sarà necessario dare un breve accenno alla storia di quest'arte marziale dalle radici molto antiche.
Il Kali filippino, sconosciuto al grande pubblico fino a pochi anni fa, viene da tempo adottato da diversi reparti di intervento speciale, militari e di Polizia, statunitensi che hanno avuto la possibilità di poterlo introdurre nel proprio piano di addestramento. Due sono gli scopi per cui i vari dipartimenti hanno introdotto d'ufficio questa disciplina: primo per conoscere una tecnica d'attacco silenzioso senza l'utilizzo di armi da fuoco ma soprattutto per la necessità di imparare a conoscere un'arma che sempre più spesso viene da essi incontrata nelle operazioni d'intervento. Il Kali fu scoperto dall'uomo bianco e più precisamente dai conquistadores spagnoli nel 1521 durante l'invasione delle Filippine. Lo stesso Magellano, guida dei colonizzatori partiti dalla Spagna, resterà ucciso in uno scontro con un gruppo di guerrieri esperti di Kali sull'isola di Mactan. Ricacciati in mare, i bianchi colonizzatori avranno la via sbarrata per le Filippine del Sud. Consapevoli della pericolosità di quest'arte da guerra, i dominatori spagnoli ne vieteranno la pratica nelle terre da loro conquistate. 1 guerrieri filippini aggirarono l'ostacolo e la notte, al suono di tamburi e di altri strumenti a percussione, celate sotto forma di danze, si tramandarono questa nobile arte dai colpi mortali (i cosiddetti «Moros Juramentados» . Nel Kali si punta al essenziale, cioè a quel movimento strettamente necessario a rendere l'azione efficace eliminando gli sprechi. La disciplina filippina abbraccia tutti i settori del combattimento a mano armata e a mani nude, sia alla lunga distanza che nel corpo a corpo. Tuttavia nella didattica dell'arte le armi sono il punto di partenza per due motivi principali: il primo deriva dalla considerazione che è più facile difendere la propria vita se si possiede un'arma, il secondo motivo è alquanto originale, infatti nel Kali i principi appresi nel maneggio di un'arma quale il coltello, il bastone, il machete o altro si trasferiscono al movimento a mani nude. Il praticante esperto colpisce con il palmo della mano, con i pugni, con i gomiti ecc. come se si trattasse di una delle armi di cui ha appreso l'uso, ma non solo, ogni oggetto nelle mani di un esperto di Kali diventa un mezzo da difesa estremamente efficace.


 

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La Kick Boxing è una delle discipline da combattimento più in voga oggi,

viene giustamente considerata come una disciplina molto divertente....segue


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