COTENNE CON FAGIOLI DELL'OCCHIO |
Il fagiolo dell'occhio appartiene alla specie Vigna sinensis del genere Phaseolus delle Leguminose Papilionate, ed è l'unico fagiolo autoctono del Vecchio Mondo, essendo originario dell'Africa e dell'Asia. Consumato fin dall'antichità, quando era chiamato phaseolus, deve il nome attuale a una macchiolina rotonda e scura presente al centro della concavità del legume. L'abbinamento con le cotenne rimanda ad un altro piatto tipico lombardo, i fagioli con le cotiche.
TIPOLOGIA
|
|
UTENSILI :
Casseruola, pentola, tegame largo e pesante, scodelline individuali
INGREDIENTI :
FAGIOLI DELL'OCCHIO (250 g), COTENNE DI MAIALE (250 g), BURRO (40 g), POMODORI PELATI (100 g), MARSALA SECCO (40 cc), ROSMARINO (1 rametto), FARINA BIANCA (q.b.), FORMAGGIO GRANA GRATTUGIATO (30 g), CROSTINI DI PANE (q.b.), SALE (q.b.), PEPE (q.b.)
ESECUZIONE :
NOTE : l'ammollo dei legumi
I legumi secchi vanno lasciati a bagno in abbondante acqua fredda o tiepida eventualmente addizionata di sale o bicarbonato di sodio, per circa 12 ore. Scopo di questa preparazione è di rendere tenera la buccia dei semi e ridurre il tempo di cottura. Oltre a ciò sembra che l'ammollo determini una maggior disponibilità e/o un aumento del contenuto di alcuni principi nutritivi, come la vit.C, il ferro, la niacina. Nel contempo, se si cambia l'acqua varie volte, si può verificare la perdita di gran parte delle sostanze contenute nei legumi che inibiscono la digestione di alcuni nutrienti o dotate di tossicità.
VARIANTI :
La variante più diffusa prevede i fagioli borlotti al posto dei fagioli dell'occhio e la cottura delle cotenne in acqua, per poi riunire e soffriggere in casseruola, in un trito di verdure, i due ingredienti di base, già cotti. Parte del burro può essere sostituito da lardo. Omettendo i crostini di pane e il grana, disdegnato da molti per questa preparazione, diventa un secondo piatto. Anche il Marsala è facoltativo.
ABBINAMENTI :
Un piatto forte nel sapore e nel contenuto nutritivo, che si accompagna a riso bollito o pilaff e frutta fresca di stagione, e che richiama un vino dall'odore vinoso e dal gusto denso giustamente acido tannico come l'Oltrepò pavese Buttafuoco.
L' INGREDIENTE : le cotenne
Il detto popolare "Del maiale non si butta niente",
esemplificato nel trattato seicentesco Del porco e delle
centodieci maniere di farne vivande del marchese bolognese
Vincenzo Tanaro, trova conferma nel consumo della cotenna o
cotica, ovvero della pelle di questo animale. Dura e spessa,
ricca di grasso, la cotenna viene utilizzata sia in salumeria sia
un cucina. In salumeria come involucro di alcuni insaccati, in
particolare di zampone e cotechino (cui dà anche il nome). In
cucina ha impieghi antichissimi come succedaneo di grassi più
pregiati e ancora oggi serve per insaporire alcune preparazioni,
come minestre, e, scaldata e grattugiata, per rivestire il fondo
di brasiere e cocotte affinché durante al cottura rilasci grasso
alla pietanza ammorbidendola. Inoltre la cotenna viene impiegata,
con il piede di vitello, come elemento gelificante nella
confezione delle gelatine. Mentre il Tanaro, nel citato trattato,
suggeriva di "le cotiche a lesso cotte, misticate con
cascio, a foggia di lasagne si condiscono".
Per suo elevato tenore lipidico (27% circa) e quindi calorico
(oltre 600 kcal/100 g), e la sua consistenza coriacea, la cotenna
è poco digeribile e va consumata saltuariamente.